A scuola di lingua italiana con Carminella
Martedì scorso sono terminate le lezioni del “Corso di lingua italiana per donne migranti” della Scuola di Carminella. La Scuola è nata quest’anno, in collaborazione con l’Associazione Onlus Cittadini del Mondo, nel quartiere Quadraro, ed i corsi si sono svolti nella Biblioteca Interculturale Cittadini del Mondo.
Solitamente, ad ogni fine anno scolastico gli “addetti ai lavori” prendono le “misure” per verificare se quanto stato, dell’anno appena trascorso, abbia dato riscontri positivi e sia stato all’altezza ed in linea con le aspettative: e… “tagliano”, “cuciono” e “aggiustano” per l’anno che verrà.
Sebbene sia una insegnante di lingua italiana come L2, a me di prendere le “misure” non viene proprio.
Ho la mente affollata di immagini, di volti, sorrisi, occhi scuri, lacrime e risate scroscianti e voglio tenermele tutte, così come sono.
Risuonano in me parole e note che hanno riempito le nostre lezioni di storie importanti. Storie lontane, diverse, affascinanti, tristi. Storie di coraggio e di rabbia che hanno raccontato di mondi lontani, bruciati dal sole e dalle guerre, Paesi bagnati da un mare nel quale si può ancora nuotare liberi e leggeri sapendo che nel fondo ci sono soltanto piante marine, coralli e pesci colorati.
Neppure il freddo e le piogge invernali ci hanno fermate.
Neppure le diversità religiose ci hanno divise e, in un profondo rispetto reciproco, ci siamo molto chieste dopo Charlie Hebdo e abbiamo scritto.
In quei giorni, l’indignazione di T. e di M. ci hanno regalato la possibilità di comprendere meglio e di più e leggere, spostando lo sguardo da un’altra prospettiva, il perché di quanto stava accadendo; e abbiamo studiato e abbiamo fatto ricerca, piccola ricerca storica e culturale, sull’Islam.
Ogni lezione è diventata così, per noi, un pezzo di storia in più da mettere in valigia. Quella valigia della quale parla la scrittrice Igiaba Scego, nata in Italia da genitori somali, autrice del racconto “Dismatria”. Quella valigia che è sempre lì, sotto il letto, visibile, pronta ad essere rifatta, nonostante i ricongiungimenti familiari o lo Status di Rifugiate ottenuto dal Governo Italiano dopo mesi di accertamenti, verifiche, interrogatori e registrazione delle impronte digitali. Quelle impronte che – in virtù del nuovo Regolamento Dublino – se prese, non permetteranno più di poter viaggiare per il Mondo, se non soltanto nel Paese “di frontiera” nel quale si è “approdati” poiché, allo stato attuale, così come ben spiegato dal Progetto Melting Pot Europa per la promozione dei diritti della cittadinanza, “chi ottiene la protezione internazionale non ha poi la possibilità di lavorare (e viaggiare) regolarmente in un altro Stato dell’Unione Europea. Ciò significa che, salvo eccezioni, lo Stato che viene individuato dal sistema Dublino come competente ad esaminare la domanda sarà poi anche lo Stato in cui l’interessato dovrà rimanere una volta ottenuta la protezione."
Ciò non tiene conto né delle esigenze dei singoli né dei loro legami familiari o culturali con altri Paesi.
Neppure alle merci è riservato questo destino.
Ma torniamo alla Scuola di Carminella che, con il perseverante impegno di tutte, studiando studiando, ha scavallato anche l’insidioso valico della grammatica italiana: gli articoli prima dei nomi. Sempre! – I sostantivi maschili e femminili irregolari, a memoria! – Passato prossimo e imperfetto, differenze temporali!
Il Presente indicativo e il futuro semplice sono invece scivolati con facilità!
E forse, non è un caso.
E, con grande soddisfazione di tutti, studentesse ed insegnanti, oggi 28 maggio, siamo arrivate all’esame per la verifica delle competenze della lingua italiana per i livelli A2 e B1, così come recita il Quadro Comune Europeo di Riferimento.
Se qualcosa dunque devo proprio “cucire” ed “aggiustare” dell’anno che è stato, il pensiero va al dover prendere atto di una profonda differenza tra quanto accade già da tempo nel nostro Paese in termini di assenze, vuoto culturale, demotivazione allo studio, dispersione scolastica e insufficienti politiche sociali che hanno contribuito a delegittimare la Scuola Pubblica della sua ricchezza, ed una nuova realtà che sta emergendo all’interno delle scuole di lingua italiana per migranti, frequentate da donne uomini e minori, i quali chiedono di imparare, di sapere, di conoscerci e farsi conoscere.
Chiedono la possibilità di fare rapporto anche attraverso lo strumento linguistico e culturale che saremo in grado di dare loro.
Non elemosinano nulla.
Sono qui per scelta o perché costretti e, in questa loro realtà, se la vogliono giocare tutta fino in fondo, con tutti noi.
Forse allora, grazie anche a questa loro esigenza fortissima di rapporto, di richiesta di cultura e di istruzione, possiamo ripensarci tutti, ricostruendo insieme qualcosa di nuovo.
Grazie a tutte e, al prossimo anno!
Clara
A cura di Clara Santini