La Storia
I bambini sono belli, di quella bellezza unica che rappresenta la potenza dell’essere umano nel suo divenire. Noi adulti, già inquadrati negli angusti confini razionali delle nostre realtà, ci perdiamo davanti alla loro capacità di rapporto diretto e senza fini altri se non quello di amare e di essere ricambiati. Di prendere e dare senza tradire. Perché così deve essere nell’umano. O meglio, dovrebbe essere. Per una ragazzina tanto tempo fa le cose non andarono bene.
La lettura della sua cartella clinica, ritrovata nell’archivio dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, ne rivelò parte della storia. Aveva subito uno stupro da un parente o conoscente e venne ricoverata nel manicomio giudiziario di Aversa per ordine del Tribunale nel 1940. Alla bambina di nove anni fu assegnato un numero di matricola. Lei stava rinchiusa dalle monache, che forse le raccontavano che avrebbe dovuto chiedere perdono perché aveva incontrato il demonio.
Non sappiamo altro di lei, non sappiamo se qualcuno si sia mai rivolto a lei con l’affetto dovuto ai bambini della sua età. Se qualcuno l’abbia mai chiamata con un vezzeggiativo, come noi grandi facciamo con i piccoli che ci infondono un senso di profonda tenerezza. Da questo pensiero nasce Carminella , a risarcimento postumo ma mai inutile se se ne fa memoria, di una storia che, almeno in quel frangente, non è andata come doveva.
Ci piace pensare che la vita può riservare anche delle belle sorprese che riaccendono quel meraviglioso sentimento umano che chiamiamo speranza e che vogliamo avere nel pensare a lei. Forse, dopo quella brutta avventura, sarà stata una donna compresa ed amata e sarà riuscita ad andare avanti per la sua strada... Nell’interesse dei bambini e degli adolescenti, per gli uomini e le donne, questo di Carminella è il destino vero...