Tra vita, arte e cinema di animazione
Tra vita, arte e cinema di animazione
Sono in macchina nella Roma mattiniera, rumorosa e trafficata, ascolto Radio 3 e sento parlare di Simone Massi, per ricordarmelo associo il nome a quello di mio nipote ed il cognome ad un collega di lavoro, non posso fermarmi e non ho una penna e, soprattutto, pur possedendo un tablet da pochi giorni, non lo so usare.
Tre cose di cui parlare, la curiosità, la resistenza e l’arte.
La curiosità, sentire, mettere lì i pensieri, a volte sembra che dormono e poi si mescolano ad altri pensieri e fanno nascere le idee.
Alla radio si parla di Simone Massi, disegnatore di animazioni, realizzatore della sigla della Settantunesima Mostra del Cinema di Venezia, di un suo libro, o di un libro su di lui, che contiene dei dvd dei suoi film.
Non lo conosco, vado in libreria, alla libreria Assaggi di Roma, si trova nel quartiere S. Lorenzo, dove vivo, è una libreria che inizia la sua attività in un posto storico, i locali di un negozio di dischi famoso a Roma, Disfunzioni Musicali, dove si trovava l’introvabile, parliamo soprattutto di vinile, e che, dopo un’attività iniziata nel 1981, nel 2007 chiude.
Disfunzioni Musicali è stato un pezzo di storia della musica, per saperne di più consiglio quest’intervista: http://lultimathule.wordpress.com/2014/03/01/disfunzioni-musicali/.
Torniamo a Simone Massi, la sua storia è una storia che ti prende, interrompe gli studi per andare a lavorare in fabbrica, proviene da una famiglia di contadini ed operai, ha la passione per il disegno ma va a lavorare in fabbrica, poi, da grande, tornerà a scuola perché ha deciso di farcela, ha cercato la sua libertà, poter fare quello che gli piace e mettere insieme storie, memoria personale e collettiva.
La sua ricerca ha due temi che mi interessano, la memoria e la resistenza. Temi cari a Carminella. Simone Massi li interpreta raccontando di sè, della terra, dei contadini, dei sentimenti, delle lotte partigiane, La memoria dei cani, Io so chi sono, Tengo la posizione, Nuvole, mani. I riferimenti sono tanti come lui stesso dice, a Fellini, a Tarkovskij, Wenders, Olmi. Quest’anno ha fatto omaggio anche a François Truffaut evocando la scena finale del film I quattrocento colpi nel manifesto della Mostra del Cinema di Venezia.
Tanto lavoro, un paziente artigiano dell’immagine, che usa la poesia, la pittura, il movimento e la musica con uno stile avvolgente. Usa il piano sequenza per non interrompere la narrazione e lo fa trasformando soggetti e oggetti in un continuum narrativo da lasciare con il fiato sospeso, con l’uso dello zoom all’indietro, con le inquadrature insolite, come quelle dei sogni
Un'ora di animazione mia è fatta di una ventina di piccoli film, venti anni di lavoro e trentacinquemila disegni
Le notizie e la visione dei film sono tratti dal libro Nuvole e mani, Il cinema animato di Simone Massi, 2014, Minimum fax editore (libro+2dvd) e dal sito www.simonemassi.it
Buona lettura-visione a tutti
Maria Teresa Tomaino
A cura di Maria Teresa Tomaino